“a process is said to be aleatoric […] if its course is determined in general but depends on chance in detail” (Werner Meyer-Eppler)
C'è qualcosa nel dissolversi di un'immagine che schiarisce la vista e ne rivela un senso più profondo rispetto alle possibilità offerte dal labirinto dei suoi dettagli.
Cancellare, sfocare, sottrarre, sono spesso gesti che sfuggono ad un controllo razionale, riaprendo uno spiraglio alla libertà della vita. Ma se invece di sottrarre, si creasse direttamente in condizioni di forte aleatorietà, allora gli esiti della ricerca potrebbero essere particolarmente sorprendenti ed illuminanti.
L'artista contemporaneo avrebbe il compito di interpretare il presente per intuire anticipatamente il futuro. O almeno questo è il ruolo che la nostra società vorrebbe per lui.
Però viviamo in un'epoca in cui le persone sono dominate da immagini ed informazioni, spesso progettate ad hoc per manipolarle. Il lavoro dell'artista, poichè si occupa di immagini e del loro potere, dovrebbe partire dalla comprensione di questo fenomeno. Proprio questo flusso crescente di immagini , che tragicamente assomiglia sempre di più ad un'alluvione, lascia dei disastri al suo passaggio: iper-violenza, iper-definizione nelle immagini, iper-velocità, video sempre più pervasivi e condizionanti, sovraccarico di stimoli che ci assuefa e confonde. Questo lascia le persone sempre più disorientate circa i propri veri sentimenti e percezioni, alzando così il livello di analfabetismo emotivo e dissonanza cognitiva. MA....
...nel dipingere è ancora possibile superare questa logica? La mia risposta sta nella necessità di studiare le immagini achetipiche, ricorrere all'Automatic drawing surrealista, stimolare il fenomeno fisiologico della pareidolia nelle macchie di inchiostro. Restando contemporaneamente radicato nel dramma della realtà. Sviluppare questo approccio, con la stessa serietà di un rituale, per superare qualsiasi influenza artificiale e riconsiderare le nostre conoscenze, i nostri buoni maestri. Per ottenere questo, mi è necessario abbandonare il gesto volontario in favore del movimento spontaneo di acqua e colore, lavorando al limite di rottura della carta e della figurazione.
...in attesa, fiduciosa, che qualcosa si manifesti...
2017 - Stefano Giorgi
.....i miei maestri?
Andrej Tarkovskij, regista
Pier Paolo Pasolini, regista
Albert Camus, scrittore
Leonardo, inventore
Victor Hugo, pittore
Odillon Redon, pittore
Zhū Dā, pittore
Ni Zan, pittore
François Jullien, sinologo
François Cheng, scrittore
Aldous Huxley, visionario
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